Il Tirsi, Venezia, Nicolini, 1696

 ATTO QUARTO
 
 Deliciosa boschereccia.
 
 SCENA PRIMA
 
 CORINNA
 
 CORINNA
 
    Datti pace, o cuore amante.
 Troppo è cieco il tuo timor.
 
    Quando il credi traditor,
 il tuo caro è più costante.
 
640Tirsi, l’amato Tirsi
 pur mi chiese perdon del suo sospetto;
 più che mai m’è fedel. Misera Clori
 che sul cuore di Tirsi
 meco si accinge a gareggiar d’amori.
 
 SCENA II
 
 FILENO e CORINNA
 
 FILENO
645Chi mai creduto avria, bella Corinna,
 che il tuo crudo rigor cedesse alfine
 a un più tenero affetto e tu dovessi
 dopo tant’odio amarmi
 e gradir ch’io t’amassi?
 CORINNA
650Filen, tu scherzi? Io mai
 deposi il mio rigor? Ti fui pietosa?
 Quando ti chiesi amor? Quando t’amai?
 FILENO
 
    Care luci, vi sdegnate
 e per me so che piangete.
 
655   Dolci labbra, voi fingete
 e pur so che m’adorate.
 
 CORINNA
 Mi muovon le tue voci e sdegno e riso.
 FILENO
 Come? Poc’anzi io l’idol tuo?...
 CORINNA
                                                          Tu menti.
 FILENO
 Il tuo labbro il giurò!
 CORINNA
                                         Ma ’l cuor niegava.
 FILENO
660L’occhio mel confermò.
 CORINNA
                                             Non ben l’intendi.
 FILENO
 Con sembiante amoroso...
 CORINNA
                                                  Inganna il volto.
 FILENO
 Clori e Tirsi far fede
 ponno de l’amor tuo...
 CORINNA
                                           Va’ che sei stolto.
 FILENO
 
    Stolto son perché do fede
665a quel sesso che non l’ha.
 
    Vago ha ’l volto e falso il cuore,
 serba sdegno e finge amore
 e a sua voglia ama e disama,
 giura e niega la beltà.
 
 SCENA III
 
 CORINNA e CLORI
 
 CLORI
670Ninfa, da’ lumi tuoi ben io comprendo
 gli arcani del tuo cuor. Lieta ti fingi
 per non farmi goder del tuo tormento.
 O Tirsi non amasti; e così fai
 o bugiardo il tuo amore o ’l tuo contento.
 CORINNA
675Clori, quanto vaneggi!
 Sei misera e nol sai. Tirsi t’inganna
 quando fedele il credi.
 CLORI
 Intendo l’arti tue. Misera teco
 vorresti farmi. Una rival delusa
680per sollievo al suo duol cerca l’altrui
 e mal si soffre una rival felice.
 CORINNA
 Del tuo giubilo io sento
 non livor ma pietà.
 CLORI
                                      Pietà non cerco
 e non temo livore.
 CORINNA
                                    Ami il tuo inganno
685perché ti giova, o Clori.
 CLORI
 Tirsi m’adora.
 CORINNA
                             Anzi per me giammai
 non gli avvampò fiamma più grande in seno.
 CLORI
 Tirsi t’ama?
 CORINNA
                          E te adora?
 CLORI
 Ti scordasti i disprezzi?
 CORINNA
690Né t’avvedesti de la frode?
 A DUE
                                                   Eh, ninfa...
 CORINNA
 Io sprezzata?
 CLORI
                           Io schernita?
 CORINNA
 Mi fai pietà.
 CLORI
                          Di te ho dolore.
 A DUE
                                                        Ascolta.
 CLORI
 Tu l’ingannata sei.
 CORINNA
                                     Tu la tradita.
 CLORI
 
    Sei scaltra.
 
 CORINNA
 
                          Finger sai.
 
 A DUE
 
695Ma non m’inganni.
 
    Tu celi il tuo martir
 per non farmi gioir
 de’ tuoi affanni.
 
 CLORI
 Che più stiamo a garrir? Tirsi decida.
 CORINNA
700Andiamo.
 CLORI
                      O lieto incontro!
 CORINNA
                                                      O fausta sorte!
 CLORI
 Egli a noi viene.
 CORINNA
                                 O quanto, ninfa, o quanto
 rider vo’ del tuo scherno.
 CLORI
                                                Io del tuo pianto.
 
 SCENA IV
 
 TIRSI, CLORI e CORINNA
 
 CLORI, CORINNA A DUE
 Tirsi.
 CORINNA
              T’arresta.
 CLORI
                                  Ascolta.
 TIRSI
                                                   (Ah non v’è scampo!) (A parte)
 CORINNA
 Vieni a far fede a Clori
705che fur finti i tuoi sdegni.
 CLORI
                                                 Anzi conferma
 ora in faccia a Corinna i nostri amori.
 TIRSI
 (Che mai risolverò?) (A parte)
 CORINNA
                                          «Questi, son questi»
 dille «que’ strali onde trafitto io fui»;
 e le addita i miei sguardi.
 CLORI
710«Questi» dille «son questi
 i cari lacci onde rimasi avvinto»;
 e le addita i miei crini.
 CORINNA
 Ancor taci?
 CLORI
                        E non parli?
 TIRSI
                                                 (O labirinto!) (A parte)
 CORINNA
 Crudel, perché mi nieghi
715un sì giusto piacer?
 CLORI
                                       Perché nascondi
 un amor che mi è gloria? A che t’infingi?
 CORINNA
 Questo, o Tirsi, è l’estremo
 pegno che cerco a l’amor tuo.
 CLORI
                                                       Di tanto
 il mio cuore si appaga e più non chiede.
 CORINNA
720«Vieni» poi dirò «vieni
 la mercede a goder de’ tuoi sospiri».
 TIRSI
 Corinna...
 CLORI
                      «Ecco ti accolgo»
 poi ti dirò «felice amante in seno».
 TIRSI
 Clori...
 CORINNA
                Se baci vuoi, t’invita il labbro.
 TIRSI
725Vengo...
 CLORI
                  Se brami amplessi,
 vieni e sarai fra le mie braccia avvinto.
 TIRSI
 Volo...
 CORINNA
               E taci?
 CLORI
                              E non parli?
 TIRSI
                                                       O labirinto! (A parte)
 CORINNA
 Spergiuro, or ben m’avveggio
 de’ tuoi finti sospiri.
 CLORI
730Or sì conosco, iniquo,
 il tuo cuore infedel.
 CORINNA
                                      Così m’amasti?
 CLORI
 Così tradirmi?
 CORINNA
                              Ah, mio bel Tirsi!
 CLORI
                                                                Ah, caro!
 A DUE
 Quella, quella son io...
 CORINNA
 Che chiamasti poc’anzi unica speme.
 CLORI
735Cui dicesti sovente: «Idolo mio».
 CORINNA
 Or perché ’l nieghi?
 CLORI
                                       Or perché ’l taci?
 TIRSI
                                                                        (O dio!)
 CORINNA
 Ma che più m’avvilisco?
 CLORI
 Che più consumo i prieghi?
 CORINNA
 Più non so tolerarti. Addio, spergiuro.
 CLORI
740Più soffrirti non lice. Addio, infedele.
 TIRSI
 Clori, Corinna, udite.
 A DUE
                                          (Aimè! Respiro).
 CORINNA
 Or vedrai chi è schernita. (A Clori)
 CLORI
 Or vedrai chi è tradita. (A Corinna)
 TIRSI
                                              Ho già risolto. (A parte)
 Non v’offenda il mio amor. Belle ugualmente,
745egualmente anche v’amo.
 CLORI
 Come?
 CORINNA
                 Che?
 TIRSI
                             S’è diviso
 il mio cuore fra voi.
 Mi piacciono, o Corinna,
 e mi piacciono, o Clori, i lumi tuoi.
 
750   Tu sei, cara, il mio diletto. (A Corinna)
 Tu sei, bella, il mio martoro. (A Clori)
 
    Ho due fiamme entro del petto.
 Per te vivo (A Corinna) e per te moro. (A Clori)
 
 SCENA V
 
 CORINNA e CLORI, DAFNE nel fine in disparte
 
 CORINNA
 Questo è l’amor? (A parte)
 CLORI
                                   Questa è la fede?
 A DUE
                                                                    Ingrato.
 CORINNA
755E ch’io ’l soffra?
 CLORI
                                E ch’io taccia?
 CORINNA
 A vendetta, o pensieri.
 CLORI
                                            A l’armi, o cuore.
 CORINNA
 Quanto l’amai, già lo detesto.
 CLORI
                                                       È spento
 da l’ira il fuoco mio.
 CORINNA
                                       Più non mi piace
 il suo sembiante.
 CLORI
                                  Invano
760la sua beltà mi alletta.
 CORINNA
 A vendetta.
 CLORI
                        A vendetta.
 CORINNA
 Clori, veggo il tuo sdegno e ’l mio tu vedi.
 Comune è ’l nostro torto e ci ha l’infido
 egualmente schernite,
765egualmente tradite.
 Vorrai tacer...
 CLORI
                            Corinna,
 tua rival negli amori e tua non meno
 sarò ne l’ire; e tu m’irriti invano.
 Son donna, amante e offesa.
 CORINNA
770Ma che risolvi?
 CLORI
                               Vedi.
 Punirà questo dardo
 la viltà del mio cuor nel sen di Tirsi.
 Morirà l’empio
 CORINNA
                               E nel suo sangue anch’io
 estinguerò le fiamme
775de l’odio e de l’amor.
 CLORI
                                         Resta che ’l luoco
 si scielga a l’opra e ’l tempo. È più sicura,
 se cauta è la vendetta.
 CORINNA
                                           Il vicin bosco
 de la tragedia atroce
 il teatro sarà. Qui suol l’iniquo
780l’aure goder d’antica quercia a l’ombra
 e al dolce mormorio
 di placido ruscello
 chiuder i lumi in lusinghiero obblio.
 CLORI
 Ivi incauto ed inerme (Dafne sopraggiunge in disparte)
785l’ucciderem.
 DAFNE
                          Che sento? (A parte)
 CLORI
 Da due ferite a un punto
 versi l’anima infida e non ben certa
 da qual di noi la prima piaga uscisse.
 DAFNE
 Parlan forse di Tirsi? (A parte)
 CORINNA
790Tutto è disposto. A radunar m’invio
 le amiche ninfe, onde più caute e forti
 andiamo a l’opra. Io là t’attendo, o Clori.
 Vedrà l’empio che possa un cuor di donna,
 quando in odio crudel cangia gli amori.
 
795   Da l’empio tradita
 vo’ vendicarmi, Amor.
 
    Quell’alma infida,
 versando il sangue,
 farò ch’esangue
800del suo delitto
 senta rossor.
 
 SCENA VI
 
 DAFNE e CLORI
 
 DAFNE
 Per scuoprirne l’intero, uopo è ch’io finga. (A parte)
 Ninfa, de le tradite
 son nel numero anch’io.
805Teco verrò compagna...
 CLORI
 Non ammette compagne il furor mio.
 
    Troppo gode un cuor offeso
 di svenar chi l’oltraggiò.
 
    Un amor, ch’è vilipeso,
810nel suo sdegno altre rivali
 tolerar non sa, non può.
 
 SCENA VII
 
 DAFNE e poi NICEA
 
 DAFNE
 Che di atroce e funesto
 mi presagisce il cuor? Nel mio bel Tirsi
 ei non vede che piaghe. O ninfe, o fiere,
815più d’ogni angue spietate e d’ogni tigre,
 se un mal nato furore
 nel sen di Tirsi a incrudelir vi spinge,
 me venite a svenar che l’ho nel cuore. (Sopraggiunge Nicea)
 Ninfa, vedesti Tirsi? (A Nicea)
 NICEA
                                         Io vidi...
 DAFNE
                                                           E dove?
820Deh, dillo per pietà.
 NICEA
                                       Vidi... M’ascolta. (Madrigale boschereccio)
 
    Dormia Cupido e vidi
 un’ape che ’l piagò.
 Amor, che si svegliò pien di spavento,
 disse a la madre: «Quanto duolo io sento!»
825Rise Ciprigna e disse:
 «Un’ape ti trafisse
 e ti duol tanto. O quanto son peggiori,
 figlio, i tuoi strali in dar tormento a’ cuori!»
 
 SCENA VIII
 
 DAFNE
 
 DAFNE
 Nel mio duol son schernita Or che più bado?
830Vengo, Tirsi, a morir se tarda forse
 giungo a salvarti. O giusti dei, reggete
 la pietà del mio passo; e se ne’ fati
 la sua morte sta scritta,
 mi si conceda almeno
835ch’ei spiri nel mio braccio, io nel suo seno.
 
    Mi si renda il caro bene
 o quest’alma morirà.
 
    Per conforto a le mie pene
 chiedo, o numi,
840o mercede o crudeltà.
 
 Fine dell’atto quarto